Alcuni abitanti dei Sassi di Matera aprono le loro case per raccontarne la storia | CASE APERTE | FA
- Ruben Terlizzi
- 25 mar 2017
- Tempo di lettura: 2 min
La coproduzione di quest’anno tra FAI e Fondazione Matera Basilicata 2019 per le Giornate di Primavera vede anche l’inizio di un lavoro di narrazione delle case dei Rioni Sassi e dei suoi abitanti. Attraverso una call abbiamo chiesto ai cittadini di candidare le loro case con le loro storie, ne abbiamo selezionato alcune. Ognuna di esse ha un racconto inedito che rimanda ai tempi passati ma che si mostra attraverso i nuovi abitanti verso il Futuro.

La Sig.ra Pentassuglia ha scelto di vivere in quella che era la casa paterna, perché suo papà Angelo Raffaele artista rinomato a Matera ha costruito molti carri della Festa della Bruna e dipinto molte opere sacre ora custodite nelle chiese materane alcune di queste concepite e realizzate proprio tra le mura di casa.
Brunella Guida, invece, ha scelto di vivere nei Sassi, realizzando lei stessa insieme al suo compagno alcuni lavori di recupero dell’immobile e i mobili. Brunella conosce molto bene la storia di ognuna delle cinque stanze che compongono casa sua e che un tempo erano ciascuna un’unità abitativa per famiglie numerose, ha conservato la traccia degli antichi ingressi perché sono il segno di un vicinato ora riassunto in un unico civico.
Casa Bianchi-Giuralongo ha cambiato destinazione quando nell’84 è stata trasformata da magazzino della Famiglia Malvinni Malvezzi in abitazione per una famiglia di professionisti. I nuovi abitanti, due ex insegnanti in pensione, vanno fieri di un intervento fatto da un noto architetto italiano che ha valorizzato in maniera moderna due lamioni bucandoli da finestre piccole e grandi che li avvolgono in una luce diffusa.
Il Sig. Paolo D’Eufemia è sceso ad abitare nel Sasso Barisano quando negli anni ’80 erano ancora un luogo abbandonato e difficile, lo ha fatto perché era l’unico posto che in quel momento meglio sintetizzava i suoi sentimenti, nulla più di quell’affaccio lo appagava dopo una giornata di lavoro in un’azienda agricola.
Quello delle Case aperte è un lavoro di ricucitura tra vecchi e nuovi abitanti ma soprattutto una forte valorizzazione verso quanti continuano a permettere ai due Rioni di non essere contenitori vuoti o sito per gite scolastiche, attività ricettive e ristoranti.
Eroi comuni, gli abitanti dei Sassi, in un Comune non comune che spinti da motivi diversi permettono ai cittadini temporanei e permanenti di sentire nei Sassi il profumo dei panni stesi ad asciugare, di ascoltare il pianto di un bimbo che con lo zaino in spalla non ha nessuna voglia di andare a scuola sul piano.
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